Il rischio di dividere l’Italia

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Data : 2023-01-08 08:29:24
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Mezzogiorno, 8 gennaio 2023 – 09:29

L’autonomia pu lacerare il Paese e incidere sulla tenuta del governo Meloni

di Michele Cozzi



L’errore pi grave che potrebbe commettere il nuovo governo ritenere che il popolo di Giorgia Meloni condivida totalmente la piattaforma valoriale e programmatica del centrodestra. Le motivazioni culturali e psicologiche che determinano la scelta di un partito sono labili, frutto della dinamica amico-nemico e di aspettative, aspirazioni e frustrazioni ballerine. Cos attorno ad un nucleo duro, ma minoritario, di sostenitori ideologizzati si coagulano masse elettorali senza fissa dimora, alla costante ricerca dell’ennesimo salvatore della patria. successo con Matteo Renzi, Beppe Grillo, Matteo Salvini, balzati oltre il 30% e poi naufragati dopo scelte politiche troppo identitarie.

Un mix esplosivo

questo il rischio di avvitamento che incombe sul governo a proposito di autonomia differenziata e presidenzialismo. Un mix esplosivo per la tenuta del sistema Italia. La prima questione all’ordine del giorno per l’accelerazione che il leghista Roberto Calderoli ha impresso ai tempi e alle modalit di attuazione. Che hanno spaventato settori del centrodestra meridionale e persino del Nord. E che, secondo le ricostruzioni, starebbero inducendo la stessa premier ad una maggiore cautela. Perch con una mossa sbagliata, sulla luna di miele tra Meloni e il Paese potrebbero incominciare ad addensarsi le prime nubi.


La questione Lep

L’autonomia differenziata prevista dalla Costituzione, con la modifica del Titolo V. Quindi, alle forze politiche e culturali che avanzano molti dubbi sull’autonomia in salsa leghista, si richiede non una chiusura pregiudiziale, ma una discussione sulle tematiche: dal numero delle deleghe che sarebbero trasferite dal centro alla periferia (ben 23 materie, tra le quali: rapporti internazionali, scuola, trasporti, commercio estero, energia, tutela e sicurezza del lavoro), all’attuazione e non semplice determinazione come si legge nella bozza Calderoli dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni che, a Costituzione vigente, devono essere uguali per tutti gli italiani, da Bolzano a Lampedusa; al ruolo del Parlamento che sarebbe ridotto alla mera approvazione degli accordi tra Stato e Regioni, e dei Dpcm, decreti del presidente del Consiglio, per la determinazione dei Lep stessi, che finirebbero con attribuire al premier poteri gi presidenziali, in assenza di una riforma. Questione, che era gi stata al centro dello scontro politico dinanzi alla valanga di Dpcm del governo Conte per fronteggiare la pandemia.

Come un gol in fuorigioco

E ancora: non si prevede un euro in pi per il fondo perequativo, il tesoretto per aiutare le aree pi svantaggiate nella fase di attuazione dell’autonomia. Ma al di l di questioni apparentemente formali (ma in uno Stato di diritto la forma tutto), resta la chiave di fondo: lecito trasferite una valanga di tematiche dallo Stato alle Regioni, con il rischio di ricreare un Paese formato da tanti staterelli, uno contro l’altro armati? Il centralismo statale una vecchia eredit che ha mostrato limiti, ma un federalismo cos esasperato rischia di spezzare quel minimo di unit nazionale che tiene insieme una societ che appare tutt’altro che pacificata, in un costante scontro tra fazioni collocate su versanti opposti che interpretano la politica con la logica da curva Nord: ci che importa solo vincere, anche con un gol in fuorigioco o con l’aiuto dell’arbitro. E chi vince piglia tutto, senza curarsi dell’opposizione e ancor pi del popolo degli astenuti. Sarebbe un errore grave, per la leadership nascente di Giorgia Meloni lasciare la prima grande impronta del proprio governo lacerando il Paese, con l’adozione di una visione muscolare dell’autonomia. Che, cos com’, si raffigura come un gol in fuorigioco.

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8 gennaio 2023 | 09:29

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